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 2 febbraio 2022

Presentazione al tempio di Gesù.

 Festa patronale di San Donato nell’anniversario dell’834° anno dalla consacrazione della chiesa.

 Giornata mondiale della vita consacrata.

 


Anche quest’anno siamo costretti a festeggiare con le misure di contenimento imposte dalla pandemia. Ma questo non toglie la gioia di portare la testimonianza di luce e di speranza nel contesto della nostra città, delle nostre famiglie, del mondo che ci circonda. “Da una crisi non se ne esce mai come prima, o se ne esce migliori o peggiori. ... E oltre alla pandemia ci sarà una sconfitta in più: quella di non esserne usciti migliori“ (Papa Francesco).

“Stringendovi a Lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, … per mezzo di Gesù Cristo…”(1 Pietro, 2,4). Siamo pietre viventi!

 Cosa stiamo costruendo con le nostre esistenze? Questa domanda è molto concreta. Anche se non siamo architetti o ingegneri, stiamo costruendo insieme una realtà meravigliosa: la chiesa vivente. Siamo uniti e collegati dall’opera dello Spirito Santo, che, come sapiente e lungimirante architetto, utilizza le nostre diversità e i nostri carismi per un’opera comune. Una chiesa non delimitata da muri, ma sospinta e sostenuta dal soffio dello Spirito. La chiesa nel mondo attinge la sua energia dall’Eucaristia, memoriale dell’amore e della misericordia di Dio che ci sono stati manifestati dalla vita di Gesù; Eucaristia accolta e condivisa con ogni “prossimo”, comprese le persone più fragili, povere, sofferenti, sole … che si presentano sulle strade delle nostre esistenze.

Il cristiano è “uomo della memoria grata” (Papa Francesco). Una memoria che, nel nostro caso, abbraccia 834 anni. Memoria “grata” perché ringrazia e vive nello stupore e nella meraviglia di quella storia in cui affondano le nostre radici. La festa patronale ci riporta alle radici del passato per proiettarci in avanti. Questo è il nostro tempo, caratterizzato anche da pandemia. Al povero Renzo che vorrebbe uccidere il perfido don Rodrigo, che giace ormai impotente nel lazzaretto tra gli appestati, frà Cristoforo gli dice: “Può esser castigo, può esser misericordia. Il sentimento che tu proverai ora per quest'uomo che t'ha offeso, sì, lo stesso sentimento, il Dio, che tu pure hai offeso, avrà per te in quel giorno. Benedicilo, e sei benedetto…”.

 Che la gioia di questa memoria ci aiuti a "uscirne migliori"!

 
 
GRAZIE RACHELE!
 
 

Una voce chiara e conosciuta: quella di Rachele Nuvoloni che saliva all'ambone per proclamare la Parola del Signore durante le celebrazioni alle quali partecipava con gioiosa fedeltà. O anche per animare il rosario durante i mesi di maggio e ottobre. La sua competenza come infermiera era apprezzata e lei, discretamente, svolgeva questo servizio di volontariato senza vantarsene ad alcune persone che glielo chiedevano. Varie tovaglie dell'altare di san Donato conoscono la qualità delle sue mani laboriose. Le prove e gli imprevisti della vita e della sua salute non gli avevano tolto quel buon umore e la serenità che riusciva a trasmettere anche con il semplice dono di una caramellina!
 
Fedele e tenace fino all'ultimo giorno della sua vita accanto ad Andrea e alla sua famiglia. E così, improvvisamente, senza disturbare nessuno, è passata da questa vita terrena a quella eterna. La comunità parrocchiale di san Donato, pregando il Signore, ti ringrazia e sicuramente noi, ora che sei accanto alla fonte della Vita e della Gioia vera, abbiamo più bisogno ancora del tuo intervento presso il Padre per il bene di ogni creatura! Grazie!
 

 

UNA COMUNITÀ PARROCCHIALE AL TEMPO DEL COVID-19 

Bollettino Novembre 2020*

 


Questo schizzo del pittore Luigi Falai
, di cui abbiamo celebrato il funerale poche settimane fa, mi fa pensare alle pietre con cui la chiesa è stata costruita. Quando entro e osservo tutte queste pietre incastonate tra di loro, non c’è n’è una simile alle altre: per la forma, per la sfumatura del colore, per dimensione... L’arte del costruttore è di compattarle insieme per costruire un muro stabile. Le imperfezioni di ogni pietra vengono compensate dalla calce e dal cemento che tiene insieme le une e le altre, aggiustando quelle che rischiano di essere incompatibili tra di loro.

Come un muro, così anche la nostra comunità è il frutto di un meraviglioso lavoro realizzato dalla fantasia scapigliatissima dello Spirito Santo, per sostenere il terreno della nostra umanità così esposta a franare davanti ad ogni imperfezione. E’ lui il vero costruttore che deve continuamente fare opera di manutenzione davanti alle crepe e agli imprevisti che si presentano.

Com’è cambiato il ritmo della vita nelle famiglie, nell’economia, nella vita sociale, nelle scuole, nelle chiese...! Chi diventa più pauroso, chi si chiude in casa, chi per prudenza e rispetto dei nonni, cerca di frequentarli il meno possibile, chi diventa più irascibile, chi perde le diottrie della vista davanti al video, chi è costretto a fare turni pesanti come i sanitari, chi umilmente si offre per alleviare qualche bisogno ai vicini, chi è giovane e non vede l’ora di mettere a frutto tutte le energie... Bisogna adeguarsi alle nuove e sempre modificabili misure di contenimento del contagio.

Immagino il lavoro supplementare che lo Spirito Santo deve fare per adattare tutte le nostre imperfezioni per poter realizzare quella comunità vivente, mai perfetta, ma sempre solida, che è la Chiesa. Costruisce con tutte le nostre capacità e i nostri talenti, senza scoraggiarsi dei nostri limiti e dei nostri sbagli. Quando non si poteva celebrare in chiesa, Lui era indaffarato sui social e nelle celebrazioni in streaming. Non è la stessa cosa, è vero, ma penso alle celebrazioni che in Africa dovevamo fare una volta ogni due mesi poiché non si riusciva ad arrivare in ogni località. Eppure lui riusciva ad animare e incoraggiare tutte queste persone che durante due mesi vivevano con il desiderio di ritrovare la comunità vivente con il Signore della Vita. E che gioia esplodeva in quelle celebrazioni! Lui, lo Spirito Santo riesce ad essere operativo e a compensare tutti i nostri scompensi, che non sono solo quelli respiratori a causa delle aggressioni del coronavirus nei polmoni, ma di virus anche più temibili: l’indifferenza, l’accidia, le ingiustizie sociali, la violenza in tutte le forme della sua manifestazione... Si tratta di un lavoro smisurato! E lui ricolma le nostre imperfezioni e mancanze! E’ la potenza misericordiosa del perdono. Il sacerdote nel sacramento della riconciliazione dice: “...e il Signore, che ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace...”. E’ la bellezza di una comunità tenuta insieme dal lavoro mai terminato dello Spirito Santo!

 

*di padre Giuliano

 

LA CHIESA FIORENTINA IN CERCA DI PERLE PREZIOSE

 


La Chiesa fiorentina è #inCercadiperlepreziose!

Ispirati dalle parole del nostro Cardinale Arcivescovo Giuseppe nella sua lettera dello scorso 24 Aprile, ecco un nuovo spazio in cui raccogliere le esperienze frutto di questi mesi di lockdown, per traghettarle nella pastorale del futuro.

“Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà”: ancora una volta, le parole di Papa Francesco ci invitano a scoprire nella nostra vita l'opera dello Spirito Santo che lascia perle preziose!

Anche tu, se vuoi, puoi condividere la tua esperienza...

Visita la nuova pagina della Diocesi per rimanere collegato! http://perlepreziose.diocesifirenze.it/

 

LA LETTERA DEL CARD. BETORI AI FEDELI

PASQUA 2020

 

"Ho pensato che come vescovo non potevo non dire una parola di orientamento e di conforto al mio popolo". Lo scrive il cardinale Giuseppe Betori, nella lettera rivolta ai fedeli in preparazione alla Pasqua. 


"La pandemia che sta sconvolgendo il nostro Paese e il mondo - scrive Betori - è entrata all’improvviso con i suoi effetti anche nelle nostre vite e ci ha costretto a mettere da parte comportamenti consolidati e a dare forma nuova alle nostre giornate."

La rinuncia a partecipare ai sacramenti, ricorda l'arcivescovo, "è un atto di carità: non lo dimentichiamo! È esprimere nella vita quella carità che è il cuore e il frutto dei sacramenti". "Sappiamo  - spiega Betori - che questo sacrificio lo stiamo facendo per responsabilità sociale, anzi come un atto di carità verso i nostri fratelli più fragili, che verrebbero travolti dall’ulteriore diffusione del virus, come pure verso coloro che se ne prendono cura, nella sanità e nel volontariato, a cui non possiamo chiedere di caricarsi di ulteriore fatica in un impegno giornaliero già molto gravoso".

Betori propone quindi un itinerario spirituale per vivere la Settimana Santa, che si apre con la Domenica delle Palme: "Non potendo compiere i gesti esteriori della partecipazione ai riti, non manchi questa partecipazione della mente e del cuore, per tenerci uniti a quanto il Padre ha fatto per noi nel suo Figlio e a vivere la comunione tra noi in un legame spirituale che la separazione fisica non deve distruggere, ma piuttosto rafforzare, in vista di quando potremo e dovremo dare più profondo significato, più viva partecipazione e più concreta proiezione nella vita alle celebrazioni assembleari che riprenderemo non appena ce ne verrà data la possibilità".

E l'esortazione ai fedeli, "a unirsi spiritualmente alle celebrazioni, avvalendosi anche della possibilità di seguire quelle del Santo Padre, trasmesse dalle reti televisive, in particolare Tv2000, e poi quelle che, collocate appositamente in orari diversi, presiederò nella nostra Cattedrale, visibili nei siti della diocesi, di Toscana Oggi e di Radio Toscana. Agli stessi fedeli, in particolare alle famiglie, segnalo che la diocesi sta diffondendo sussidi per la preghiera in casa".

Infine, uno sguardo al futuro: questi tempi difficili devono "cambiare i nostri occhi e il nostro cuore e, a cominciare da oggi per continuare dopo, a vivere con negli occhi lo stupore e nel cuore la gratitudine. Ma la consapevolezza di vivere nel dono deva anche far maturare la responsabilità di farci dono agli altri".

Grati al nostro Arcivescovo per le parole che ci invia, e che ci aiuteranno a vivere questa Settimana Santa! Per leggere il testo completo, clicca qui.
 

 

«Sanguis Martyrum, semen Christianorum»

Quasi militi ignoti della grande causa di Dio.

Giornata di Commemorazione dei Missionari Martiri nel 2019

 

Nella nostra chiesa di San Donato, il 24 marzo 2020, alle ore 21,00 avrebbe dovuto svolgersi la commemorazione diocesana dei martiri uccisi nel 2019, organizzata dall’Ufficio Missionario Diocesano. Gli avvenimenti ci obbligano a viverla in modo diverso.

Non solo, ma proprio l’emergenza del coronavirus, ci apre gli occhi e il cuore anche su altri martiri: quel personale sanitario morto in prima linea per tentare di difenderci da questo nemico invisibile, pronto ad aggredire chiunque. Sono morti per difendere la nostra vita!

Ma partiamo dalle cifre dei martiri (e chiaramente non sono tutti).

“Il martirio è l’aria della vita di un cristiano, di una comunità cristiana. Sempre ci saranno i martiri tra noi: è questo il segnale che andiamo sulla strada di Gesù”. Il rapporto Fides si apre con queste parole di Papa Francesco pronunciate l’11 dicembre nel corso dell’Udienza generale, parlando del martirio cristiano. Secondo i dati raccolti dall’agenzia Fides, nel corso dell’anno 2019 sono stati uccisi nel mondo 29 missionari, per la maggior parte sacerdoti: 18 sacerdoti, 1 diacono permanente, 2 religiosi non sacerdoti, 2 suore, 6 laici. Dopo otto anni consecutivi in cui il numero più elevato di missionari uccisi era stato registrato in America, dal 2018 è l’Africa ad essere al primo posto di questa tragica classifica. Dovremmo ricordare tante altre vittime; in primo luogo più di 300 morti nello Sri Lanka, durante le celebrazioni pasquali del 21 aprile 2019, ad opera del terrorismo. E in Siria, e in RDCongo ... ... ?

La violenza e l’odio sono virus annidati nel cuore umano. Le guerre, dichiarate o sotterranee, dirette o combattute tramite popoli o gruppi armati di varia natura, hanno tutte origine in questi virus teleguidati da interessi economici.

Proprio in questi giorni ricordiamo il nostro confratello, padre Vincent Machozi, ucciso quattro anni fa, perché aveva costruito un sito per cercare di informare ciò che stava succedendo nella parte est della Repubblica Democratica del Congo. La violenza non ama la verità e i giornalisti o i testimoni coraggiosi sono spesso messi a tacere o eliminati fisicamente. Siamo circondati e incoraggiati da testimoni che ci ricordano, col dono della propria vita, quanto sia preziosa la beatitudine di coloro che si adoperano per costruire pace, giustizia e dignità per ogni persona.

E tra questi coraggiosi annoveriamo anche il personale ospedaliero che in queste ultime settimane è rimasto in trincea per proteggere la vita di ammalati gravi fino al punto da rimanere infettati e, in alcuni casi, morire. Il mistero della vita donata per amore rimane incomprensibile in una logica utilitaristica. Eppure, ci sono ancora persone che si lasciano guidare da queste parole di Gesù: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando...” (Gv 15,13). Questa è la concretezza della speranza: non sentimento vago, ma testimonianza offerta e donata con passione, competenza e amore, da chi è guidato dal Maestro Interiore.

 
IL CIELO IN UNA STANZA
 
21 MARZO 2020
 
 
Carissimi,
 
La parola di speranza sopraggiunge sul far della sera quando nell’inno della recita dei Vespri proclamiamo la prima strofa: “Accogli, o Dio pietoso, le preghiere e le lacrime che il tuo popolo effonde in questo tempo santo”.  Nella chiesa arde la lampada del Tabernacolo: Gesù è presente, non siamo soli! Mancando purtroppo la vita sacramentaria e in particolare l’Eucaristia.


Questa realtà ci porta a “stare in casa”; è una scelta importante di responsabilità. 

Per questo condividiamo con voi una piccola ma significativa riflessione di mons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta, deceduto a 58 anni per un tumore allo stomaco il 20 aprile 1993. Il titolo della riflessione è: “Il cielo in una stanza”. Riprende il titolo di una canzone di Gino Paoli e una scritta in un convento: “La cella sia per te come il cielo”. Mina aveva offerto un'interpretazione come solo lei riusciva a fare.

Don Tonino da queste due immagini spazia sui vasti orizzonti della vita. In questo periodo anche noi siamo chiamati a vivere nelle ristrettezze delle nostre case. Valorizziamo il tempo di quaresima prendendo a cuore la Parola di Dio, scelta per il nostro cammino comunitario in preparazione alla Pasqua. La nostra vita a partire dalla Parola costruisca una comunità più fraterna e solidale aperta al mondo.

Ecco la testimonianza di don Tonino Bello: https://www.youtube.com/watch?v=9S2YrHdYU4Y
 
I vostri poveri pastori, rimasti senza gregge ... ma in comunione con voi!
 

 

LA MESSA DEGLI UNIVERSITARI CONTINUA SU FACEBOOK

 


La Messa degli Universitari non si ferma! L’appuntamento, nato ormai da più di due anni, nella Chiesa di San Donato in Polverosa, davanti al Polo Universitario di Novoli, continua!

Padre Giuliano, responsabile della Pastorale Universitaria di Firenze, insieme ai tre giovani del Vicariato di Porta al Prato (don Francesco Vermigli, don Giuseppe Pandolfo e don Daniele Centorbi), ogni domenica, alle ore 19, celebreranno in la Messa degli universitari in diretta streaming tramite la pagina Facebook “Pastorale Universitaria Firenze”.

Un prezioso servizio che permette di mantenere vivi i contatti con le decine e decine di studenti fuorisede e non che, ogni domenica, partecipano alla Messa degli Universitari. Ma, soprattutto per continuare, anche in questo Tempo di Quaresima (e di CoVid-19!), a pregare e a tessere legami di comunione con il Signore.

 

“Egli fa concorrere tutto al bene di coloro che lo amano” (Rom 8,28)

 

Cari parrocchiani, cari genitori,
... cari tutti che siamo rinchiusi nelle nostre case...

Queste parole della lettera di san Paolo, mi ritornano continuamente alla mente in questi giorni. Egli! Dio! Egli non ha per ciascuno di noi un amore generico, ma un amore personale e speciale e fa concorrere tutte le cose al bene, in coloro che lo amano.

Penso a voi genitori che siete le persone più toccate da questa situazione, oltre agli ammalati e alle loro famiglie. Dovete inventarvi modi intelligenti, comunicativi e costruttivi per riempire il tempo dei bambini, dei ragazzi. I giovani sono più autonomi, è vero, ma non per questo più sicuri e sereni. Penso ad alcune persone anziane, non sempre autonome, che sono costrette a rimanere in casa con disagi accresciuti a causa della situazione di isolamento.

In questo cambiamento radicale e repentino della storia, non solo nostra, ma dell’umanità intera, non possiamo non lasciarci scuotere dalle parole provocatorie di san Paolo: è possibile che tutto possa essere raddrizzato dal Signore, verso il bene, in coloro che lo amano? E io, lo amo? E chi non lo ama? Fino a che punto? I cambiamenti a livello sociale, economico, sanitario... sono già evidenti...ma non sappiamo fino a che punto cambieranno in meglio la nostra esistenza futura.

Un medico intelligente ci raccomandava di guardare il meno possibile le notizie e le informazioni con un atteggiamento ripetitivo, con quel sentimento di ansia e di paura; invitava invece ad ascoltare e a gustare della bella musica, di guardare un bel film, di leggere un romanzo che avevamo messo da parte. Questo atteggiamento positivo ci aiuta a ricaricarci di adrenalina e a reagire in modo costruttivo.

Oggi celebriamo la festa di san Giuseppe; è la festa dei papà o dei babbi, come si dice in Toscana! San Giuseppe è anche il patrono della Chiesa universale. Questa sera alle ore 21,00 reciteremo il Rosario e metteremo una candelina alla finestra per unirci insieme nella preghiera. Com’è bello percepire che la Comunità parrocchiale è viva e presente nelle “chiese domestiche”, nella vita delle famiglie, nella concretezza del quotidiano; la gioia di ritrovarsi insieme, quando ci sarà di nuovo permesso, sarà ancora più grande. In ogni spazio familiare possiamo adorare il Signore!

Noi ci rimbocchiamo le maniche con intelligenza e creatività, ma affidiamo tutto a Lui.
Restiamo uniti
!

Padre Sandro, padre Lwanga, padre Giuliano insieme alla comunità degli Assunzionisti.

 

COMUNICATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE TOSCANA

CHIESE E FEDELI NEL TEMPO DELLA PANDEMIA DA CORONAVIRUS

 

L’evolversi dell’emergenza epidemiologica da coronavirus covid-19 induce a rafforzare l’impegno delle nostre comunità ecclesiali per contrastare la diffusione della malattia, che avrebbe conseguenze fatali sull’intero sistema sanitario e di conseguenza sulla stessa coesione sociale. Quanto scriviamo fa seguito ai più recenti provvedimenti del Governo e al Comunicato della Presidenza della C.E.I. del 12 marzo.

Ci sembra di dover raccogliere anzitutto l’invito delle Autorità pubbliche a restare in casa per quanto ci è possibile. Aderire a questa esortazione deve essere inteso non solo come un esercizio di responsabilità civica, ma ancor prima come fondamentale espressione di carità cristiana: rispetto del prossimo, contributo a non aggravare l’opera lodevole ed estenuante di medici, infermieri, volontari e forze dell’ordine, favorire chi è costretto a uscire per irrinunciabili motivi di lavoro o di prima necessità. Esortiamo a vivere la permanenza in casa anche come un tempo di preghiera e di raccoglimento. Di fronte a Dio ciò che qualifica la nostra preghiera non è il luogo da cui si innalza, ma il cuore da cui sgorga.

Quanto siamo costretti a vivere in questi giorni è anche occasione per scoprire meglio due modi di presenza del Signore in mezzo a noi, non come segno di ripiego, ma come necessità costante per la vita cristiana, anche nel futuro. Anzitutto, la famiglia è come una “Chiesa domestica”, dove siamo chiamati a crescere insieme nella fede e nell’amore, memori della promessa del Signore: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20). [...] Pregare in casa non deve essere inteso come una privazione, ma come occasione per riconoscere la grandezza della vita familiare. Una seconda esortazione riguarda l’importanza di riscoprire in questi giorni il grande valore della “presenza reale” del Signore nella sua Parola: una presenza da custodire, coltivare e approfondire personalmente e in famiglia. Diamo alle nostre giornate il giusto orientamento lasciandoci illuminare da un’assidua lettura e una profonda meditazione della Sacra Scrittura. [...]

Ci sembra infine significativo e lodevole l’impegno di molti sacerdoti a restare in contatto con i fedeli mediante i social, rendendosi utili così all’accompagnamento e offrendo anche l’opportunità di unirsi alla preghiera del sacerdote in chiesa. [...]

Il nostro pensiero va, con sentimenti di solidarietà e vicinanza, agli ammalati e alle persone e famiglie in quarantena. La fede ci invita a vedere nella loro sofferenza, nell’orizzonte della croce di Gesù, una partecipazione al mistero della redenzione. [...]

L’emergenza sanitaria ci coglie nei giorni della Quaresima, e le indicazioni di comportamento che ci vengono date vanno accolte quasi come un’opera penitenziale specifica di questo tempo, un’opera di misericordia e di carità verso i più fragili. Ma noi sappiamo anche che la Quaresima è preparazione alla Pasqua del Signore: nel suo potere di Risorto poniamo le ragioni della nostra speranza di vita.

13 marzo 2020

I Vescovi delle Chiese della Toscana

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