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2 FEBBRAIO 2023 - Festa del Santo Patrono in occasione dell'835° anniversario della Consacrazione della Chiesa di San Donato in Polverosa

Parole tratte dall'omelia di Padre Giuliano: Giuseppe e Maria portano davanti al Tempio del Signore questa creatura, Gesù e fanno l'offerta dei poveri: due tortore e due colombe.
I genitori non sapevano cosa avrebbe fatto da grande Gesù.
Vengono accolti nel Tempio da Simeone e dall'anziana Anna che riescono a intravedere, in quel bambino, la Luce per illuminare le genti e la Gloria per il popolo.
Anche noi siamo chiamati a leggere nel corso degli avvenimenti della storia ciò che il Signore ci sta dicendo, in particolare in questa festa patronale che ci ricollega alla consacrazione avvenuta bel 1188.
Ricollegandoci a quell' evento possiamo pensare a quanti canti, preghiere, invocazioni, celebrazioni, a quanti desideri sono scaturiti da questo popolo di Dio che lungo i secoli è venuto in questa Chiesa.
Le persone che passano oggi in via di Novoli devono sapere che ci sono fedeli che si vogliono bene, come i primi cristiani, perché si radunano intorno a Gesù, Luce vera che illumina la vita.
I lontani vedendo la nostra comunità si sentono toccati o restano indifferenti? Il quartiere di Novoli negli ultimi 20 anni ha vissuto una rapida trasformazione.
Probabilmente non riusciamo a misurare l'impatto futuro. Noi quali luce riusciamo a portare nel nostro quartiere? A volte scambiamo per luce le scintille o la nostra bravura. La Luce proviene solo da Gesù che vive nella nostra quotidianità. Dobbiamo assumerci anche noi la sfida per rendere più cordiali i rapporti nei condomini, dare fiducia alle persone, ricordarsi degli ammalati dei poveri che attraverso di noi possono trovare segni di vicinanza. Umanizzare il quartiere significa riscoprire con Dio le radici della pace interiore. Nonostante i nostri limiti anche noi diamo vita alla splendida Chiesa di anime.
Guardiamo avanti esprimendo gratitudine alla provvidenza, essendo riconoscenti verso quanti hanno vissuto e trasmesso la testimonianza della fede.

Le parole della Consigliera comunale Alessandra Innocenti e del Presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli

al termine della celebrazione della festa patronale.

Alessandra Innocenti: .....di belle cose, di begli affreschi. E quindi chi ha un valore davvero importante perché quando subisce la storia a quello che è il futuro è sempre collegare un ponte. Io oggi in questo festeggiamento voglio davvero ringraziare tutti voi; in questa chiesa ho visto passare don Bencini che ha fatto davvero tanto per questa comunità. Ma poi Don Giuliano ha ben continuato quel lavoro lì tenendo insieme una comunità che come oggi dimostrate di essere tutti qui. A me sono rimaste impresse delle parole che ha detto il nostro Papa Francesco nel suo messaggio di pace. Nessuno può salvarsi da solo. E voi ne siete la dimostrazione. insieme perché tutti insieme possiamo affrontare meglio i problemi. Veniamo fuori da una pandemia che probabilmente ci doveva un po' rendere più buoni. Non lo so. E invece ci ha reso forse un pochino più aggressivi. A volte anche dando un po' troppo egoismo. Quando invece intorno a noi ci sono davvero persone che soffrono basta vedere tutti i giorni i telegiornali. Don Giuliano ricordava il ma come non si può non ricordare la guerra Ucraina? Come non si possono ricordare tutte le guerre che ci sono nel mondo intero quante persone soffrano, quanti migranti muoiono per poter avere un pochino più di dignità, ecco di dignità. E quindi io credo che un luogo così, con una comunità così queste parole che Papa Francesco ci ha voluto dire. Sono quattro parole semplicissime. Nessuno può salvarsi da solo. E questo ci deve rimanere impresso nella mente perché ognuno di noi ha bisogno di un'altra persona. Non dobbiamo pensare di essere solo noi a essere forti ma tutti insieme insieme ce la faremo e insieme riusciremo anche a combattere le cose peggiori. Io vi ringrazio davvero di questa opportunità di essere qui con voi e la vostra dimostrazione che dopo ci sarà anche un rinfresco e tutti voi la vostra comunità l'ha aperta a tutti portando in dono un dolce, un salato, che ha fatto con la bontà di donarlo a un'altra persona. E quindi davvero grazie a don Giuliano, davvero grazie anche per il lavoro che voi, che voi fate, per tenere insieme questa bella comunità, io vi ringrazio. Lascio la parola al presidente Balli, presidente del quartiere 5, grazie ancora e buonasera a tutti.

 Cristiano Balli: Io porto il saluto del Consiglio di Quartiere; devo dire, mi sento a casa perché spesso questa, questo luogo è il luogo in cui si fanno tante anche iniziative di natura culturale, insieme al quartiere proprio in questa in questa vostra chiesa. Vi voglio fare un pensiero che mi ha provocato le parole di don Giuliano. Siamo dentro un edificio, una chiesa, ottocentotrentacinque anni, allora ho ripreso un pochino il catechismo. E mi è venuto in mente quel brano della lettera di Pietro, la seconda mi pare, in cui si dice pietre vive una costruzione dell'edificio spirituale. Vedo che annuiscono quindi non ho sbagliato. E allora ecco l'augurio credo sia da esponente laico della comunità civile che ognuno di voi sappia essere pietra viva che costruisce anche la dimensione spirituale di questa parrocchia e del nostro quartiere perché credo ci sia bisogno di questa dimensione

 

 

 

NOTIZIE STORICHE:  Festa patronale di San Donato nell’anniversario dell’835° anno dalla consacrazione della Chiesa.

2 febbraio 1188
La consacrazione di San Donato in Polverosa avvenne il 2 febbraio 1188, in occasione dell’adunanza e dell’investitura dei crociati fiorentini in partenza per il Santo Sepolcro.
“Fu consacrata questa chiesa il dì della Purificazione da Gherardo arcivescovo di Ravenna d’ordine cistercense, venuto in quel tempo legato in Firenze...con l’occasione della Crociata, in quel tempo ordinata, per liberare Gerusalemme.
Nel qual giorno tutti i soldati eletti in queste parti a quell’impresa […] vennero processionalmente a S. Donato et avanti alla porta di questa chiesa, ove pontificalmente assisteva il detto prelato con Bernardo vescovo di Firenze ed altri prelati e tutto il clero fiorentino, presero la croce per mano del medesimo legato che, in quell’atto, applicava sulla spalla a ciascuno di loro una croce di scarlatto, come si ricava dalla Bolla di detta Consacrazione. Consacrò il medesimo legato in questa chiesa più altari, tre di questi sono ancora in piedi nella clausura, cioè l’Altar maggiore in onore di S. Donato, quello a man destra alla Beata Vergine, e l’altro a sinistra di S. Tommaso di Canterbury Arcivescovo e martire”.
L’indulgenza di cinquanta giorni fu concessa a quanti si erano religiosamente raccolti nella chiesa per l'evento. Al termine del rito, il priore di San Donato, Bono, fece dono al contingente fiorentino del vessillo di straordinaria bellezza che sventolava sulla chiesa. In ricordo di questi eventi il 2 febbraio divenne il giorno della commemorazione liturgica della dedicazione a 5. Donato. La data restò immutata fino al 1314, quando il vescovo Antonio d'Orso la spostò alla seconda domenica dopo Pasqua. Oggi la festa è stata ricondotta alla data originale.
(notizie tratte da Orfanello T., Grande e forte di muraglie. Il Monastero e la Chiesa di San Donato in Polverosa, Maria Cristina de Montemayor Editore, 2022).

2 febbraio 2023 - Santa Messa Solenne alle ore 18:00 (con partecipazione della Corale SDP)

835 anni ci separano dal 2 febbraio del 1188. In quel giorno la chiesa di san Donato veniva consacrata dal vescovo di Ravenna. Da allora, almeno quaranta generazioni hanno avuto la gioia di vivere celebrazioni, di cantare canti, di far salire verso il Signore suppliche e desideri: le pietre e gli affreschi ne sono testimoni silenziosi! “Se le pietre parlassero” potrebbero raccontare le gioie delle famiglie per i battesimi, per le prime comunioni, per il grande dono dello Spirito Santo, per i matrimoni; le sofferenze per i defunti che sono stati riaffidati alle mani del Signore, per i tempi di guerre, di invasioni e di grandi calamità naturali e sanitarie che nei secoli passati hanno lasciato ferite profonde. Si dice che “il tempo è medicina” e con il tempo anche la nostra memoria selettiva cerca di eliminare quello che la storia passata ci ha insegnato. “La storia insegna, ma non ci sono allievi” … o sono cosi pochi!

Finalmente quest’anno non siamo stati costretti a festeggiare con le misure di contenimento imposte dalla pandemia che hanno contraddistinto gli anni 2021 e 2022. Grande è la gioia di portare la testimonianza di luce e di speranza nel contesto della nostra città, delle nostre famiglie, del mondo che ci circonda. “Da una crisi non se ne esce mai come prima, o se ne esce migliori o peggiori. ... E oltre alla pandemia ci sarà una sconfitta in più: quella di non esserne usciti migliori“ (Papa Francesco).

Cosa presentiamo quest’anno al Signore? Tante difficoltà supplementari che le famiglie sono chiamate ad affrontare, paure che serpeggiano nei nostri cuori, speranze che fanno capolino nonostante tutto, come i bucaneve che colorano il mantello bianco della neve quando incomincia a sciogliersi. La Parola del Signore viene a donarci delle certezze nella storia che stiamo vivendo: “I miei occhi han visto la tua salvezza: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo.”. Il Signore infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. La stirpe di chi sa affidarsi e proprio perché si affida a Dio, che è Amore, riesce a prendersi cura e a trasmettere Amore. Sì, il Signore ha preso la nostra carne, è entrato nella storia tortuosa della nostra umanità ed è in grado di venire in aiuto a noi che siamo nella prova. “Stringendovi a Lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, … per mezzo di Gesù Cristo…”(1 Pietro, 2,4). Siamo pietre viventi! La festa patronale di san Donato ci ricorda che siamo anche noi luce che risplende in mezzo alle genti, luce la cui fonte di energia viene dall’essere uniti alla sorgente, al Signore della Vita.

 Cosa stiamo costruendo con le nostre esistenze? Questa domanda è molto concreta. Anche se non siamo architetti o ingegneri, stiamo costruendo insieme una realtà meravigliosa: la chiesa vivente. Siamo uniti e collegati dall’opera dello Spirito Santo, che, come sapiente e lungimirante architetto, utilizza le nostre diversità e i nostri carismi per un’opera comune. Una chiesa non delimitata da muri, ma sospinta e sostenuta dal soffio dello Spirito. La chiesa nel mondo attinge la sua energia dall’Eucaristia, memoriale dell’amore e della misericordia di Dio che ci sono stati manifestati dalla vita di Gesù; Eucaristia accolta e condivisa con ogni “prossimo”, comprese le persone più fragili, povere, sofferenti, sole … che si presentano sulle strade delle nostre esistenze.

Il cristiano è “uomo della memoria grata” (Papa Francesco). Una memoria che, nel nostro caso, abbraccia 835 anni. Memoria “grata” perché ringrazia e vive nello stupore e nella meraviglia di quella storia in cui affondano le nostre radici. La festa patronale ci riporta alle radici del passato per proiettarci in avanti. Questo è il nostro tempo, caratterizzato oltre che dalla guerra in Ucraina anche da oltre 40 guerre presenti tutt'oggi in tutta la Terra oltre che dalla pandemia, anche se in misura minore. Al povero Renzo che vorrebbe uccidere il perfido don Rodrigo, che giace ormai impotente nel lazzaretto tra gli appestati, frà Cristoforo gli dice: “Può esser castigo, può esser misericordia. Il sentimento che tu proverai ora per quest'uomo che t'ha offeso, sì, lo stesso sentimento, il Dio, che tu pure hai offeso, avrà per te in quel giorno. Benedicilo, e sei benedetto…”.  Che la gioia di questa memoria ci aiuti a "uscirne migliori"!

Festa della Presentazione al tempio di Gesù.

 Giornata Mondiale della Vita Consacrata.

ll 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, la Chiesa, da 27 anni, celebra la Giornata mondiale della Vita consacrata. Quest’anno il card. João Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, presiederà la celebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, alle 18. La Messa sarà preceduta dalla preghiera del Rosario, che inizierà alle ore 17.15. La Giornata – si legge in una nota – “sarà un’occasione di ringraziamento al Signore per il dono della vita consacrata e di preghiera per il Santo Padre Francesco che, proprio in quei giorni, si troverà nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan dove tanti consacrati e consacrate svolgono la loro missione in contesti di povertà e marginalità sociale”. “In ogni parte del mondo – si legge ancora nel comunicato – la vita consacrata risponde alla chiamata a portare la testimonianza del Vangelo prendendosi cura dei più fragili, di chi è vittima di ingiustizie e diseguaglianze sociali, compiendo gesti di solidarietà, impegnandosi nella costruzione di un futuro di pace e di un mondo in cui tutti possano riconoscersi fratelli e sorelle”.